LEONARDO ARICI CI RACCONTA QUALCHE ANEDDOTO DELLA SUA CARRIERA

Un anno fa, l’ultima domenica di Giugno, Leo Arici a Aielli (AQ) conquistava il suo  10° tricolore.

In un momento particolare come questo, dove purtroppo non c’è modo di parlare di gare, il Racing Rosola Bike  ha
pensato che possa far piacere guardare un po’ indietro.

Per farlo la soluzione più semplice era sentire l’atleta più vecchio come tesseramento.

30 anni consecutivi nella stessa squadra.Racing Rosola Bike 

Ciao Leo, come hai vissuto questo maledetto periodo?
Che dire, all’inizio ero uno di quelli che non credeva o non voleva credere a tutto ciò che
stava succedendo, poi come tutti mi sono dovuto ricredere. Il lockdown, per fortuna l’ho
vissuto lavorando, visto che il mio lavoro rientra nei “prima necessità “, almeno la mattina,
poi al pomeriggio spazio ai rulli!

E qui mi sono sbizzarrito come non avrei mai pensato.
Questo grazie anche ad uno splendido gruppo di amici con i quali spesso ci si allenava in
video chiamata e a delle “tabelle” del mitico Carlo Ardesi.

Poi finalmente il primo di giorno di “libera uscita”. Era il 4 giugno per noi Lombardi e per festeggiare al meglio il giorno della “liberazione” dei bikers….uscita in maglia tricolore.
Come è cambiato il tuo approccio con lo sport agonistico?
Questa lunga attesa alle gare sinceramente ha un po’ bagnato la miccia, nel senso che a parte dei bei giri anche lunghi ed impegnativi, lo stimolo per fare quello step in più che serve a uno che corre, viene a mancare.

Hai vinto 10 campionati italiani e 4 europei, ce n’è uno in particolare che ti ricordi con più gusto?
Sicuramente il primo italiano cross country vinto nel 2000 da Master 3 a Lugagnano.

Ma non perché il primo, ma per varie cose. Innanzitutto, perché portavo in gara una delle prime
full che Specialized realizzò per l’XCO. Ricordo benissimo poi 2 cose in particolare.

Una è l’ultima discesa a poco dal traguardo, avevo 1 minuto sul secondo, arrivo in fondo e….nooo
ho bucato  (strano ) !

Mi si è gelato il sangue, invece per fortuna era il blocco dell’ammortizzatore Fox
(non c’era il Brain ancora) andato. Poi non dimentico è l’arrivo, appena passata la linea del
traguardo sono stato sommerso da abbracci (come uno vero) di un sacco di persone tra le
quali ovviamente Edo (N.D.R. Edoardo Pedretti) e tutto lo staff Specialized, Leonardi in
persona compreso. Questo è stato per me fonte di soddisfazione e orgoglio.

Sappiamo che passare in rassegna i tuoi risultati sarebbe un po’ lunga, ci puoi raccontare di un’altra
stagione che ricordi con più soddisfazione?
Sicuramente il 2005. Ero Master 4, vinsi italiano ed europeo cross country, italiano marathon, poi però andai ai mondiali XCO in Canada un po’ scarico di testa, in più non avevo fatto bene i conti con il fuso orario e per motivi di lavoro arrivai pochissimi giorni prima, quindi….
C’è qualcosa che ti ha lasciato l’amaro in bocca o qualche sassolino nella scarpa?

Certo che sì. Nell’armadio di maglie, circuiti, titoli etc, manca quella del mondiale. Nel 2009 una settimana dopo aver vinto l’Europeo marathon in Austria, ero andato in Francia per il mondiale XCO. Partito malino, avevo ancora il Marathon nelle gambe, durante il penultimo giro ero passato al comando del mondiale, non ci
credevo. Sembrava la volta buona ma a 2 km dalla fine tutto è sfumato. Un movimento sbagliato per evitare una caduta mi aveva causato un crampo, il mondiale se ne era andato un’altra volta, è vero c’era il podio, ma un podio amaro.


Ti ricordi qualche avversario in particolare?

Ho battagliato con tanti durante la mia lunga carriera, a livello di categoria uno su tutti il grande Janes poi
sicuramente i vari Bettineschi, Zanoletti, Zamparini, Mattia Ball (tedesco). A livello di assoluta a cavallo del 2000, ricordo sicuramente le belle sfide con il buon Borgognoni, Masserdotti, Candelpergher, Marinoni, Gnani, i fratelli Masini, Zaglio. Non posso dimenticare un allora giovane Bettelli, personaggio che ha scritto molte pagine poi nel mondo elite, che ho avuto pure la fortuna di avere come compagno di squadra e ancora oggi quando ci si incontra per sentieri è sempre un piacere.
Grazie Leo per la chiacchierata. Un saluto o un’ultima cosa prima di salutarci?
Anche se scontato, un ringraziamento doveroso va a tutta la mia bellissima famiglia, a quella di Pedretti/Rosola e allo staff Specialized.

Loro mi hanno sempre supportato e “sopportato”. Poi che dire, un abbraccio a tutti gli
amici di allenamento che questo sport mi ha procurato, sono molti e spaziano in tutte le età (il bello della mtb
per me che ho un certa età….).
Ciao a tutti ci rivedremo alle prime gare